Irpinia di gusto

Visite guidate alla scoperta dei tesori dell’Irpinia

L’IRPINIA, TERRA DA SCOPRIRE.

L’offerta turistica in Irpinia è in costante espansione e si fa sempre più varia. Il visitatore potrà esplorare le antiche strade o inerpicarsi per i sentieri di montagna, rilassarsi nella tranquillità dei boschi o ammirare le bellezze architettoniche dei monumenti, dei castelli e delle chiese, ascoltare il silenzio e la tranquillità dei chiostri e dei santuari, compiendo così un affascinante viaggio alla scoperta dei tesori d’Irpinia.

SAN FRANCESCO A FOLLONI (MONTELLA)

Distanza da Bagnoli I.: 5 km. Visita guidata: 60 min.
Il viaggio alla scoperta dei tesori d’Irpinia parte dal convento di San Francesco a Folloni, nel comune di Montella. Il convento di San Francesco deve il suo nome al Santo di Assisi. La fondazione del convento si fa risalire infatti a San Francesco che, pellegrino al monte Gargano in Puglia, volle fermarsi nel bosco Folloni. La tradizione racconta che in una notte di neve dell’inverno del 1222 egli vi trovò rifugio, con alcuni confratelli, fino al mattino seguente, quando l’alba permise di scoprire che mentre tutt’intorno il biancore dominava, gli immediati dintorni del leccio dove il santo e i due frati si erano rifugiati non erano stati coperti dal manto nevoso. Attirati dal prodigio gli abitanti di Montella pregarono Francesco di trattenersi ancora ma il Santo, nonostante le insistenze, decise di partire, lasciando però i due confratelli ad avviare la costruzione di una chiesetta dedicata alla Vergine Maria insieme ad un luogo dove poter abitare. All’interno del complesso architettonico, frutto di un rinnovato intervento edilizio della metà del Settecento, il visitatore potrà ammirare:
La Chiesa
La chiesa dedicata al Santo di Assisi, in stile barocco-rococò custodisce al suo interno gli stucchi di grande pregio di Francesco Conforto e il pavimento maiolicato datato 1750. Nella sacrestia, il sarcofago di Diego I Cavaniglia, conte di Montella morto nel 1480 nella battaglia di Otranto, opera di Jacopo della Pila.
Il museo dell’opera
Il Museo dell’Opera dove sono conservati i beni artistici del comprensorio dell’Alta Valle del Calore. Di grande valore storico e artistico i paramenti sacri in broccato di seta del XVI secolo. Fanno parte della collezione del museo arredi e suppellettili lignee, ceramiche, argenti, stoffe, stampe che vanno dal XV al XIX secolo, nonché numerose reliquie. Dal 2011 è esposta la giornea del conte Diego I Cavaniglia, morto nel 1481; rinvenuta nel 2004 e sottoposta a lungo restauro, costituisce l’unico esempio di questo indumento ancora esistente al mondo.
La biblioteca
Annessa al museo è la Biblioteca. Istituita nel XV secolo, fu saccheggiata dopo la soppressione del convento in epoca napoleonica. Ripristinata negli anni trenta del secolo scorso, ospitata nella sala cinquecentesca dell’ex refettorio, conserva opere edite in Italia e all’Estero dai primi del Cinquecento a tutto il Settecento. Conserva attualmente circa 20.000 volumi.
Appartamento di Umberto II
L’ Appartamento di Umberto II ubicato nelle adiacenze della biblioteca. Il Re Umberto II, fu più volte ospite del convento nel corso della seconda guerra mondiale. Conserva gli arredi originali.
Orario di apertura: lunedì al venerdì, ore 9.00 – 19.00. Ingresso è gratuito.

SANTUARIO DI SAN GERARDO MAIELLA (MATERDOMINI-CAPOSELE)

Distanza da Bagnoli Irpino: 24 km. Durata visita guidata: 60 min.
Il viaggio alla scoperta dei tesori d’Irpinia non può concludersi senza aver fatto prima una visita al santuario di San Gerardo Maiella a Materdomini. Qui il visitatore potrà ammirare le bellezze architettoniche della Basilica e della Chiesa del Redentore, ascoltare il silenzio e la tranquillità che effonde questo luogo sacro, visitare il Museo Gerardino che custodisce il patrimonio artistico e culturale del Santuario, compiendo così un affascinante viaggio nella storia del Santo invocato in tutto il Mondo come il Protettore delle mamme e dei bambini.
La Basilica
La Basilica, distrutta dal terremoto del 1980, è in stile neoclassico a croce latina a tre navate. Ornata di marmi policromi e colonne di granito grigio è decorata con doviziosa abbondanza di ori, stucchi e affreschi. La tepida luce, filtrata attraverso i finestroni istoriati con episodi della vita di San Gerardo, rendono l’ambiente del tempio di una suggestiva sacralità.
L’altare maggiore sul largo presbiterio, è una prodigiosa opera marmorea di stile barocco. Su di esso si ergevil trono di colonne granitiche della Madonna di Materdomini. In fondo alla navata di sinistra, la cappella di S. Alfonso, eretta nel 1944 per onorare il Fondatore dell’Istituto Redentorista. Nella navata di destra, la Cappella di San Gerardo. Sopra l’altare vi è un trono di marmo candido che incornicia la caratteristica statua del Santo, in atteggiamento estatico mentre stringe al petto il crocifisso. Sotto l’altare l’urna che ne custodisce le ossa. Il palliotto che inquadra il sacro sepolcro raffigura nei due bassorilievi laterali, Gerardo che fugge di casa per “andare a farsi Santo” e Gerardo diventato Santo nella gloria.
Chiesa del Redentore
Dopo la Canonizzazione di San Gerardo Maiella avvenuta nel 1904, il flusso di pellegrini crebbe al punto tale che l’ingrandimento del tempio divenne l’urgenza principale. Nel 1913 iniziarono i lavori di costruzione. La chiesa fu inaugurata nel 1929 e l’anno successivo Papa Pio XI concedeva il titolo di Basilica minore. Negli anni ’50, tuttavia, la Basilica era già insufficiente per accogliere i numerosi pellegrini e un primo progetto di ampliarla, fu abbandonato, dopo aver collocato la prima pietra, nel 1960. Sopraggiunta la riforma liturgica del Concilio Vaticano II, si pensò di progettare una chiesa corrispondente alle nuove esigenze liturgiche.
La nuova Basilica fu inaugurata nel 1974. In essa si ammira lo sforzo per realizzare le ardite strutture in ferro e cemento. La nuova Chiesa del Redentore, infatti, occupa un’area di 592 mq. e si eleva verso la vetta della cuspide fino a 42 mt. di altezza. A collegamento della Basilica con il Santuario furono costruiti verso la fine degli anni ‘70 i locali per i pellegrini, le nuove sedi confessionali e il Museo Gerardino.
Museo Gerardino
All’interno del Santuario di San Gerardo Maiella è stato allestito il Museo Gerardino che accoglie il patrimonio artistico – culturale del Santuario, quale: lettere del santo, arredi liturgici, opere artistiche di vario genere che risalgono al 1600. Nella Sala degli Affreschi, si possono ammirare i dipinti su tela che raffigurano gli eventi più importanti della vita del Santo.
Orario di apertura: tutti i giorni dalle ore 8.30 alle ore 12.30 e dalle ore 16.00 alle ore 19.00

ABBAZIA DEL GOLETO (SANT’ANGELO DEI LOMBARDI)

Distanza da Bagnoli Irpino: 20 km. Durata visita guidata: 60 min.
Nel viaggio alla scoperta dei tesori d’Irpinia non ci si può non fermare al monastero del Goleto. Il complesso della cittadella monastica del Santissimo Salvatore al Goleto sorse a partire dal 1133 ad opera del San Guglielmo da Vercelli, che aveva ricevuto il suolo per la nuova badia da Ruggero, signore normanno della vicina Monticchio, località situata tra S.Angelo dei Lombardi e Rocca San Felice. Per volontà del fondatore, il vasto fabbricato primitivo era destinato ad ospitare una comunità mista di monache e monaci, dove l’autorità suprema era rappresentata dalla Badessa, mentre ai monaci era affidato il servizio liturgico e la cura della parte amministrativa. Per circa due secoli la comunità monastica esercitò una forte influenza in special modo sull’Irpinia, la Puglia e la Basilicata. A partire, però, dal 1348, anno della peste nera, iniziò una lenta ed inesorabile decadenza che determinò con la soppressione nel 1506, ad opera del Papa Giulio II, della comunità monastica che, di fatto, avvenne con la morte dell’ultima abbadessa nel 1515. Con la fine della comunità femminile goletana, il monastero fu unito a quello di Montevergine, che provvide ad assicurare la presenza di alcuni monaci. Questo complesso, che ruotava attorno alla chiesa del Santissimo Salvatore, posta al centro e con la facciata volta ad occidente, comprendeva il monastero grande delle monache, a fianco dell’abside, e quello più piccolo dei monaci, davanti alla facciata. Il portale di accesso è sormontato da un arco a sesto acuto e da un piccolo rosone a sei luci. Sul fronte dell’arco un’iscrizione ricorda che la chiesa fu fatta costruire da Marina II. L’interno è costituito da un ambiente a pianta quadrata a due navate, coperte da crociere ogivali, che poggiano su due colonne centrali e su dieci mezze colonne immerse nei muri perimetrali. Le basi ottagonali delle colonne e i capitelli decorati di foglie ricurve, su due ordini asimmetrici, presentano analogie con le opere scultoree commissionate da Federico II a Castel del Monte, in Puglia. All’esterno completano la struttura due piccole absidi sorrette da mensole e, lungo il cornicione del sottotetto, barbacani con teste di animali e motivi ornamentali. Dei numerosi affreschi che arricchivano la cappella non restano che due medaglioni, raffiguranti le abbadesse Scolastica e Marina, e qualche episodio della vita di San Guglielmo.

MEFITE (ROCCA SAN FELICE)

Distanza da Bagnoli I.: 25 km. Durata visita guidata: 60 min.
Il viaggio alla scoperta dei tesori d’Irpinia ci conduce alla mefite di Rocca San Felice. La Mefite è un laghetto di origine solfurea situato al centro della valle D’Ansanto, tra il territorio dei comuni di Villamaina, Torella dei Lombardi e Rocca San Felice. Tale denominazione ha origine dalla popolazione degli Hirpini che, accasatisi nei pressi del lago, chiedevano alla Dea Mefite, venerata dalla maggior parte delle popolazioni dell’Italia meridionale, ricchezza e protezione. Le fu dedicato anche un santuario, eretto intorno al VII secolo a.c. Sono stati rinvenuti, nei pressi del tempio, numerosi oggetti provenienti da varie civiltà tra cui anfore, terrecotte e l’altare della Dea Mefite, conservato nel Museo di Capodimonte. Il laghetto, invece, è costituito da una pozza d’acqua profonda non oltre due metri per 40 metri di perimetro che ribolle a seguito delle emissioni di gas del sottosuolo, costituite principalmente da anidride carbonica e acido solforico.Vengono creati anche dei vortici e gorghi che inghiottono tutto ciò che vi si getta (per restituirlo, talvolta, dopo tempo totalmente disidratato, come tanti oggetti antichi). In alcuni momenti, avvicinarsi troppo è estremamente pericoloso, tanto l’aria sia pesante ed irrespirabile. A causa di ciò il territorio circostante è quasi privo di vegetazione e popolazione animale.
Rocca San Felice
Ricco di luoghi di interesse è il piccolo paese di Rocca San Felice. Il visitatore potrà ammirare il Castello, il Borgo Medievale, la Chiesa di Santa Maria Maggiore, la Cappella di Maria Santissima di Costantinopoli, il Santuario di Santa Felicita.

PER INFORMAZIONI RIVOLGERSI A:

Circolo Socio-Culturale “Palazzo Tenta 39”
Via Garibaldi n° 41 – 83043 Bagnoli Irpino (AV)
Antonella Del Genio 3894396615
Giulio Tammaro 3478475039

Irpinia di gusto

Materiale divulgativo in PDF realizzato dal Consorzio Turistico Bagnoli-Laceno